Il razzista imbelle
Il razzista imbelle rideva a crepapelle, tenendo Un Topo fermo per la coda, filmandolo persino col telefonino, là, in basso, sotto la suola sua di marca occidentale, di un ipergross davvero niente male: tessera fedeltà – in somma ogni 3 paia di scarpe uno è gratis, e via andare. Fu solo dopo, ma nemmeno molto dopo a ben vedere, cambiato il Re e cambiato il Fa, cambiato persino il Sol nel cielo, cambiata musica in somma, fu in quel momento che Il bel Razzista senza aver mai in vita sua pensato a un Do Maggiore (io do, tu dai…) si scoprì entrato a proprie spese nell’era successiva, chiamata dalla stampa per brevità Età Topistica e si bloccò di sasso già ai primi provvedimenti del Governo dei Topi a considerare con sguardo nuovo quel suo antico sbeffeggiare e calunniarli, i Topi, quel tormentare aguzzo e un po’ sadico coll’idea smart di primeggiare: necessitava calibrare ora, ora le parti sono a sottosopra, diceva a sé e a ognuno intorno, una protesta s’ha da organizzare! Ci si deve mobilitare, con l’on-line e con il fare! Questi Topi han troppo potere, e ci pigliano a noi tutti per il sedere! Uguaglianza, Libertà! Eh! Che storia è questa? Forza, forza venite amici: diritti per tutti, ché ci spettano a noi pure, mica solo a loro! Eh!
E no, no, neanche una volta: Fratellanza lui non lo gridava e non lo scriveva, mai. Non gli veniva proprio. Gliel’avevano estirpata dal cervello quella parola? I suoi amici di prima? Mah. A dirla per intero però, nemmeno tutti I cosiddetti Topi si fidavano troppo di quel suono di danza, Fratellanza, dopo aver sofferto tanto e tanto a lungo e in tutto il mondo gli imbelli razzisti, i cieloduristi. Si scavava così un passo a ogni giorno La Distanza.
E forse è proprio questa, questa assenza si direbbe, questo vuoto di parole danzanti e arcobaleni cangianti dentro di noi che fa male e insieme fa pure morale in questa storiella poco poco inventata.
(Fratelli siamo tutti, e punto e basta, siamo fatti della stessa sostanza, identica. E identici i sogni a cullarci, ognuno il proprio beninteso. Ivi compreso il sogno di viaggiare, di là di questo mare. Ma se persino a puzzare puzziamo uguali! O almeno puzzavamo. Ora…
Basta muri, basta pugni e bastoni, basta insulti. Basta così. Sì!)
Pubblicato su La Tribuna di Treviso, mercoledì 21 agosto 2019