“si sono presi gioco di noi”
Questo scrivevo
il ventotto di aprile del duemiladiciassette:
primo svelarsi pubblico d’ “Inexorable”..
“si sono presi gioco di noi e tu ancora ne vuoi”
Tornare a la musica registrata e prodotta (ma in tanti, eh, bellissima squadra – insieme) sarà stato un po’ come tornare a se stessi; e dico in fondo, proprio al mio fondo originario. Mantenendo quindi ancora fede a la mia infanzia, a Le Sue promesse. Per questo oggi, tra i tanti titoli già pronti e a fuoco, non potevo che scegliere quella che si chiama resto io, per metafora e dunque verità personale.
Poi quando dico (canto) “io” intendo dire (cantare) ancora “noi”, è chiaro: ma in caso non sia chiaro a bastanza posso ripeterlo all’infinito. Mai una volta avrò fatto autobiografia, e tantomeno pubblicato diari intimi. Zeitgeist e basta, come se fosse poco, inadeguatamente poco.
E se si pensa di tornare è solo perché non si è partiti mai veramente. Mai me ne andai, cantavo sempre, cantai ancora tanto e altro – tutto qua.